«L'acqua, l'aria, la terra, i beni del sottosuolo, i codici genetici e tutte queste cose che prima erano sconosciute o non avevano un valore d'uso e di scambio, sono diventati, negli ultimi vertiginosi anni, una mercanzia».
Comincia così l'intervento del Subcomandante Marcos, portavoce e capo militare dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln), l'esercito indigeno del Chiapas, invitato a marzo ad intervenire a un dibattito pubblico sullo «Sfruttamento del settore agricolo messicano, cinque secoli dopo». E continua: «Un esempio è quello delle falde freatiche e delle sorgenti del Cerro de Huitepec, che gli indigeni zapatisti cercano di proteggere con un accampamento sulla montagna. Un'impresa multinazionale che imbottiglia una bibita a base di cola sta estraendo l'acqua e la sta trasformando in una merce»