U-ROY: 35 ANNI DI GRANDE REGGAE

u royCirca 35 anni dopo aver portato fuori dalle dancehall il deejaying per farlo approdare su vinile e alla radio, e aver molto probabilmente posto le basi per la nascita del rap e dell'hip hop americano, U Roy trasmette ancora emozionanti vibes alle nuove generazioni.
Sarebbe difficile per me fare una selecta oggi per i ragazzi, perché un selector deve sempre conoscere quello che accade," spiega con semplicità l'artista; non solo U-Roy è stato il principale "master toster", ma è anche colui che ha sempre saputo farlo con grande mestiere.

"Il mio sound, Stur-Gav sta ancora suonando. Questo week-end saremo a Oracabessa, e poi andremo in altri posti. Mentre i giovani si occupano della selezione, la mia specialità è cantare e le versions," spiega.

Vocals and versions: è in queste due parole che si videro i semi della dancehall music. Il cantare, con il quale si sperimenta il miglior modo per modulare la voce e le versions con i rythm, con i quali il deejay può esprimere il proprio messaggio personale.

Nonostante il suo sentirsi vicino ai giovani, anche U-Roy ammette che oggi il genere si è spinto un po' troppo lontano. Odia il women bashing (lyrics offensive contro le donne, ndr), non vede nessuna ragione per i testi contro gli omosessuali e, soprattutto, condanna le gun lyrics (testi violenti, ndr).

"Nn mi piacciono queste cose. Non capisco il non rispetto delle donne e i testi violenti e razzisti. Il mio non vuole essere un giudizio individuale. Parlo in generale della gente e dei loro comportamenti, non mi va di condannare un gay perché penso che ognuno è libero di fare quel che vuole, fin quando ciò non lede la libertà altrui". – così si esprime U-Roy sulle polemiche scoppiate quest'estate contro i testi omofobici.

Ma ammira deejays come Buju Banton, Sizzla e Capleton, nonostante questi ultimi hanno dovuto cancellare diversi concerti nel mondo per alcune loro canzoni e atteggiamenti contro i gay

"Li ammiro perché mi ricordano quando ero giovane e crescevo artisticamente anche se loro sono più estremisti rispetto a me che ho sempre avuto rispetto per tutti," puntualizza.

"La musica si sta ancora diffondendo dappertutto," insiste. "Non voglio criticare i giovani per quello che fanno oggi. Tutti siamo stati giovani nella vita. Non ho niente contro loro perché penso che i giovani debbano fare tutto quello che ritengono necessario per crescere. Loro cercano di fare quello che ritengono più idoneo per guadagnare qualche soldo e penso che sia meglio farlo in questo modo che con una pistola tra le mani" – aggiunge.
U Roy, 62 anni originario di Jones Town, comincia il suo percorso artistico nel 1961 ed esplode nelle radio nel 1970 grazie a tre hits – "Wake The Town", "Wear You To The Ball" e Version Galore – tutte prodotte da Duke Reid. Tutto avviene quando è ancora difficile immaginare che il reggae sarebbe diventato un fenomeno mondiale e che U-Roy ne sarebbe stato uno dei maggiori esponenti.

"Se qualcuno mi avesse detto che ancora oggi ero qui a parlare della mia musica, lo avrei rincorso" ammette.

Ma la verità è che U-Roy il deejay non potrà mai essere dimenticato.

Infatti, il suo ultimo album, "Rebel Style", è stato realizzato lo scorso dicembre. Al disco partecipano alcuni artisti quali Tony Curtis, Thriller U e Lukie D, che ancora non erano nati quando cominciò la sua carriera musicale. U Roy crede che aggiungere delle voci al suo deejayng rende migliore la melodia.

"Mi piace lavorare con i cantanti. Danno alla musica una qualità maggiore, molta più vita. E' stata una mia idea quella di mischiare il mio genere con la voce melodica di un cantante e vedo che anche l'hip hop moderno adotta questa tecnica".

E se in Jamaica e negli Stati Uniti è esplosa la new dancehall mania, U-Roy trova nella vecchia Europa ancora migliaia di giovani che accorrono ai suoi concerti e che ancora amano le radici della dancehall.
Nel mese di dicembre prenderà parte a due shows importanti in Jamaica, il 4 a Kingston e l'11 a Mandeville.

tratto da reggae revolution

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