JAMAICA: STOP ALLA VIOLENZA SUI BAMBINI

violenza bambiniForse mai come in questo momento, in Jamaica si moltiplicano le iniziative a favore della pace e per chiedere la fine di ogni violenza. E seppure la realtà di tutti i giorni continua ad essere caratterizzata da omicidi giornalieri, lo stato d'animo dei jamaicani fa ben sperare per un futuro migliore. Naturale che la musica e gli artisti cerchino di ricoprire un ruolo di primo piano in questa difficile battaglia, con la consapevolezza di quanto il loro messaggio possa pesare sulle coscienze delle giovani generazioni. Martedì scorso si è celebrato in tutta l'isola il Peace Day con una serie di iniziative che hanno avuto al centro dell'attenzione sopratutto le scuole, sempre più spesso luoghi di violenza e sopraffazione. Non sono mancate le iniziative musicali e molto atteso era il Peace Concert tenutosi nel cuore della vecchia Kingston, al Craft Market.

Uno dei momenti più toccanti dello show si è verificato quando sul palco è arrivato Bounty Killer, accolto da una vera e propria ovazione. L'artista ha a lungo parlato di alcuni episodi di cronaca accaduti nei giorni scorsi e che hanno visto diversi bambini vittime del crimine e delle pistole. Un ulteriore imbarbarimento del crimine che non ferma la propria sete di morte neanche davanti all'innocenza di piccole vittime indifese. Killa ha avuto parole di dura condanna nei confronti di coloro che si macchiano di questi orrendi crimini sottolineando la sua rabbia "per un paese che sta andando sempre di più verso il baratro". "I bambini di oggi saranno gli uomini e le donne di domani. Come è possibile arrivare ad uccidere dei bambini?" – ha tuonato con voce grave e minacciosa il deejay. Non è mancato il commento sulla recente elezione di Portia Simpson Miller e anche Bounty Killer ha espresso la propria speranza affinchè una donna possa dare un contributo ess enziale a risolvere gli innumerevoli problemi della Jamaica.

Durante lo show si sono esibiti anche Wayne Marshall e Buju Banton e anche loro hanno concentrato la loro attenzione sui bambini vittime della violenza. E se c'è un elemento di novità da segnalare negli ultimi show che si sono avuti in Jamaica, è proprio il pressante appello affinchè almeno i bambini non vengano coinvolti nella spirale di violenza. E così tra gli usuali inviti alla legalizzazione della ganja e i proclami contro gli omosessuali, gli artisti concentrano la propria attenzione sull'elemento che più sta sconvolgendo l'opinione pubblica ovvero le uccisioni dei bambini.

Ciò è successo infatti anche durante l'ultima edizione dello Sting, quando Mr.Vegas chiese silenzio e preghiere per una ragazzina ammazzata pochi giorni prima a Kingston. E anche il pubblico sente con emozione e dolore questi momenti nei quali diventa chiaro come la Jamaica abbia la necessità impellente di cambiare se non vuole diventare un paese nel quale regna solo la violenza e la legge del più forte. E' forse anche il segnale che è finito il tempo della dancehall che elogia il crimine e le pistole, e se ciò fosse vero fino in fondo sarebbe una delle poche belle notizie in questi "serious times".
Come detto molte delle iniziative del "Peace Day" si sono svolte nelle scuole. Particolarmente emozionante è stata la cerimonia tenutasi alla Charlie Smith High School che si trova nel tormentato ghetto di Arnett Gardens.

E' stato un giorno di preghiera, balli e musica ma soprattutto è stato un momento per ricordare e denunciare l'endemica violenza che regna in quella zona, motivo per il quale più volte la scuola è stata chiusa come segno di protesta degli studenti e degli insegnanti. Il preside ha tenuto un lungo discorso per segnalare come il crimine sia oramai entrato a pieno titolo nella scuola non permettendo così il regolare svolgimento delle lezioni. "Il Peace Day dovrebbe durare tutta la vita ponendo fine ad ogni forma di violenza". – ha dichiarato il preside.

Un gruppo di studenti ha preferito invece manifestare la propria indignazione vicino alla sede del parlamento, ponendo al centro della protesta la crescente violenza nei confronti dei bambini. Ad organizzare la manifestazione è stata un'associazione da sempre vicina ai bisogni dei più piccoli, la Hear The Children's Cry (Ascolta il pianto dei bambini, ndr). Il presidente dell'associazione, la signora Blaine ha dichiarato "Stiamo dicendo a queste persone che siedono in Parlamento e che dovrebbero rappresentarci che la nostra protesta non si fermerà fin quando non verrà elaborato un piano serio per proteggere noi e i nostri bambini". Lasciano però perplessi alcune misure consigliate tra le quali l'insegnamento obbligatorio nelle scuole dell'autodifesa personale.

tratto da reggae revolution

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