LA VERGOGNA DI CORAL GARDENS

La notte del 13 aprile del 1963 la polizia piombò a Coral Gardens, nel parish di St. James e si rese protagonista do ogni forma di umiliazione e brutalità nei confronti della comunità Rasta locale.

Ora, a distanza di oltre 40 anni, i Rasta chiedono delle scuse ufficiali ed un risarcimento danni per le sofferenze patite.

A giustificazione dell'assalto, di chiaro stampo razzista e punitivo, la polizia disse di essere intervenuta dopo che alcuni Rasta avevano incendiato una gas station e ucciso alcune persone. Una grande bugia che presto venne scoperta.
Durante una conferenza stampa tenutasi a Montego Bay, l'elder Bongo Ashley ha raccontato come in quel periodo il governo utilizzasse una politica repressiva nei confronti dei Rasta, tagliando forzatamente i loro dreadlocks e costringendoli a rifugiarsi nelle montagne.

 "Questo accadde perché i membri del governo non avevano il senso di cosa significasse essere Rasta. In noi vedevano solo delle persone che potessero intaccare il loro corrotto potere" – ha dichiarato lo stesso Bongo Ashley.
I Rasta venivano trattati peggio degli animali e chi non era ucciso, veniva brutalizzato e rinchiuso in prigione.
Quel giorno il Gleaner pubblicò una notizia totalmente falsa, nella quale si diceva che un gruppo di Rasta, armati di machete, uccisero sette persone, tra cui due poliziotti.

"Fummo ingiustamente accusati e soffrimmo atrocemente per questa menzogna" – ha dichiarato durante la conferenza Junior Manning, portavoce della comunità Rasta locale. "Per questo chiediamo delle scuse ufficiali e un risarcimento per quanto successo da parte del governo jamaicano. Inoltre pretendiamo che venga ufficialmente corretta la versione dei fatti, così da far conoscere cosa sia realmente accaduto quel giorno."
Per ricordare quanto accaduto, alcuni sopravvissuti di Coral Gardens hanno voluto raccontare le atrocità commesse. Per non dimenticare, per avere giustizia.

tratto da regga erevolution – fonte: The Observer

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