KING JAMMY: IL RE DEL “DIGITAL REGGAE”

king jammyRecentemente la Vp Records ha pubblicato diverse antologie che propongono molte delle produzioni più significative di King Jammy, le stesse che hanno dominato la scena dancehall degli anni ’80 e che hanno segnato l’arrivo del “digital reggae”.


Prima di diventare il “re”, il produttore era conosciuto come Prince Jammy, e con questo nome d’arte si mise in luce al fianco di King Tubby. E’ con queste parole che King Jammy ha ricordato quel periodo.
“Ho imparato tutto da King Tubby. E’ stato il mio maestro, non solo per quanto riguarda la musica. Era una persona gentile, umile e soprattutto era completamente immerso nel suo mondo, che poi era il suo studio.

Non sono un esperto in questo genere di cose, ma quando lo vedevi lavorare in studio avevi l’impressione di trovarti insieme ad un pittore impegnato a dipingere. Oppure ti sembrava di vedere un artigiano che fa delle cose incredibili lavorando un semplice pezzo di legno. La sua scomparsa è stato un colpo tremendo non solo per la musica giamaicana, ma per tutti noi. Voglio dire, Tubby era un punto di riferimento per tutti, per la nostra comunità. Sono cresciuto con lui, sono entrato in questo business grazie a lui e questo vale anche per molti altri produttori e artisti della mia generazione. All’inizio eravamo solo dei suo assistenti, degli studenti che avevano avuto la fortuna di ritrovarsi al fianco del maestro più bravo e importante. Si, siamo stati fortunati ad avere avuto questa possibilità. Oggi in Giamaica il dub non viene rispettato come un tempo. E’ una tradizione che non si è rinnovata, del resto tutto cambia e devi tenere gli occhi aperti per rimanere in questa competizione. Oggi, la tecnologia può permetterti di fare qualsiasi cosa, ma il talento è un’altra cosa”.
La salita al trono di Prince Jammy avvenne a metà anni ’80 con “Under Me Sleng Teng”, la canzone di Wayne Smith che cambierà tutto, una volta per tutte. Sembra che Smith trovò quel ritmo così contagioso e dirompente giocando con la versione di “Something Else” di Eddie Cochran che era contenuta nell’archivio del “Casio” che apparteneva al suo amico Noel Bailey. Per altri fu Tony Asher a trovare quel ritmo nella tastiera elettronica che apparteneva a Smith. Una cosa è certa: Asher lavorò su quel ritmo nello studio di Jammy e alla fine nacque “Under Me Sleng Teng”, la “cosa nuova” della musica giamaicana, anche se nella migliore tradizione del reggae, il brano, sulla sia di “Under Me Sensi” di Barrington Levy,  era una celebrazione gioiosa e sfrontata della ganja, “l’oggetto del desiderio” per tutti i “seguaci di Maria”, e non c’è bisogno d’aggiungere altro.
O forse, c’è solo da aggiungere una data: 23 febbraio 1985. Un giorno che King Jammy ricorda perfettamente. “Fu il giorno del “clash” con Black Scorpio a Waltham Park Road. Tupps, il mio “selector” aprì proprio con “Under Me Sleng Teng” e la gente impazzì! Una cosa incredibile. Quel giorno sono diventato King Jammy! In quell’anno ci furono almeno cento singoli che ripresero il nostro “riddim”. Fu l’inizio di un periodo straordinario: lo studio era sempre aperto, tutti volevano incidere con me. Il sound andava che era una meraviglia, non ce n’era per nessuno, nemmeno per il mio grande rivale di quel periodo, Henry “Junyo” Lawes,che comunque ho sempre rispettato. Avevo una rete di collaboratori a Londra e a New York, così sapevo in tempo reale cosa accadeva e soprattutto cosa sarebbe accaduto a livello internazionale. Tutti cominciarono a lavorare con le macchine, con i computer, però io solo avevo musicisti, DJ, arrangiatori e tecnici del suono di grande talento. I migliori lavoravano per me e con me. Il segreto fu che in quel periodo eravamo una grande squadra, una vera famiglia. Lavoravamo insieme, mangiavamo insieme, c’era lo spirito e l’affiatamento di una squadra, di una famiglia. C’erano Squingy Francis e Bobby “Digital” Dixon, “Steely” e “Clevie”, Dean Frazer e Mickey Bennett. Poi sono arrivati Brian e Tony Gold…  era una grande squadra. E poi c’erano John Holt, Pinchers, Admiral Bailey, Shabba Ranks, Nicodemus,  Frankie Paul, Nitty Gritty… che giorni bellissimi!”.
Quel periodo è ormai lontano. King Jammy non è più al centro della scena, come un tempo. La musica è cambiata. Il ritmo è cambiato. Però, i suoi studi sono ancora li, a Waterhouse. E il re è felice e orgoglioso. “Sono ancora nel business, e questa è la cosa più importante. I miei quattro figli lavorano al mio fianco. Hanno un nome e una tradizione da difendere, ma sono in gamba. Non come il padre…l’ultima parola spetta ancora a me”.

di Alberto Castelli – tratto da sunny

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