PAKISTAN: IL GIUDICE E IL GENERALE

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Nelle ultime ore centinaia di attivisti sono stati arrestati in via preventiva. Le tendopoli preparate dai partiti d’opposizione per accogliere le migliaia di manifestanti attesi sono state rimosse dalle autorità. Quindicimila soldati e poliziotti presidiano in forze la città. I militanti dei partiti filo-Musharraf hanno indetto una manifestazione contro Chaudhry e a sostegno del governo. Si temono scontri e violenze.

L’aria è pesante. Nella notte tre sostenitori del giudice sono stati uccisi da militanti filo-Musharraf. Giovedì erano stati sparati colpi di pistola contro la casa dell’avvocato che difende Chaudhry dalle accuse di corruzione con le quali il presidente ha motivato la sua rimozione dalla guida della Corte Suprema, avvenuta il 9 marzo scorso.

Fama improvvisa. L’ultima uscita pubblica del giudice Chaudhry era stata qualcosa di incredibile: il 5 maggio il suo viaggio in auto tra Islamabad e Lahore è durato 25 ore perché folle di sostenitori lungo tutto il tragitto lo costringevano a fermarsi di continuo. “Le dittature appartengono al passato – aveva poi detto Chaudry a Lahore davanti a centinaia di migliaia di persone – e i paesi che non rispettano le regole del diritto sono destinati all'autodistruzione”.
Proprio grazie al suo licenziamento, questo sessantenne magistrato – fino ad allora sconosciuto – è diventato il leader acclamato dell’opposizione al regime pachistano, di un movimento popolare e trasversale che, per la prima volta dal 1999 (anno del golpe di Musharraf), pare avere la forza di cambiare le sorti politiche del Pakistan.
Tutti con lui. Chaudry è stato silurato da Musharraf perché si opponeva al suo ennesimo colpo di mano per rimanere in sella, ovvero il suo incostituzionale e impopolare progetto di farsi rieleggere presidente dall’attuale parlamento, a lui fedele, invece che da quello che verrà rinnovato con le elezioni di ottobre – e che probabilmente vedrà un cambio di maggioranza.
Chaudry è stato in grado di catalizzare e risvegliare le confuse speranze di cambiamento di tutti i pachistani stanchi di Musharraf, del suo autoritario e corrotto regime. E’ diventato il paladino di ricchi e poveri, professionisti e disoccupati, laici e fondamentalisti islamici, democratici e conservatori. A sostenerlo ci sono i principali partiti d’opposizione filo-occidentale (il Partito Popolare di Benazir Bhutto e la Lega Musulmana di Nawaz Sharif in testa) ma anche i partiti integralisti islamici dell’Mma, l’alleanza religiosa filo-talebana che governa le Aree Tribali. Tutti contro Musharraf.
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